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Immagine del redattorela Coppia per la Coppia

La Buc@ delle lettere: Snodare i pensieri




Buonasera,

sono una ragazza di 34 anni e sto vivendo un momento di crisi profonda che purtroppo si ripresenta per la seconda volta.

Questa crisi è scoppiata qualche giorno fa quando un'amica molto vicina mi ha rivelato di essere incinta ed io ho sentito come se qualcuno mi avesse lanciato una bomba in faccia. Mi è mancato il respiro per un attimo e poi ho fatto finta di essere felice per lei.

Sono tornata a casa e ad aspettarmi c'era il mio compagno, non sapevo se raccontargli tutto o tenermelo per me ma alla fine ho deciso di aprirmi e da lì non sono più riuscita ad essere la stessa.

E' da un po' che tra noi esce fuori l'argomento figli e ogni volta gli ho spiegato che non mi sento pronta e nel mio intimo non so se lo sarò mai e non riesco ad inquadrare bene i miei pensieri, nel senso che non sono una pro figli per forza, non penso che una donna non sia completa se non li faccia o che il fatto di non farli pregiudichi la vita di una persona. Ho solo paura di non essere sicura di quello che non sto facendo e sento terribilmente il peso degli anni che passano, della società che si aspetta qualcosa, degli amici e parenti che se non hai figli sei escluso. Forse la faccio più gigante di quella che è ma purtroppo anche un piccolo commento sommato a tanti altri nel tempo mi hanno portato quasi a rifiutarmi di parlare dell'argomento.

Nel profondo del mio cuore ho paura che il problema sia il rapporto col mio compagno con cui ho vissuto alti e bassi.

La nostra storia inizia da una profonda amicizia, fin da ragazzini. Era un'amicizia vera, fatta di divertimento e tante chiacchiere dove entrambi ci sentivamo liberi di esprimerci e sicuri che l'altro ci sarebbe sempre stato. Finché un giorno, lui si è lasciato con la fidanzata di allora e io ero single. Abbiamo iniziato a frequentarci sempre più e a scoprirci anche sotto altri aspetti, nel senso che le nostre conversazioni iniziavano a diventare sempre più intime e ci divertivamo anche un po' a stuzzicarci. Poco tempo dopo lui ha iniziato a frequentarsi con una ragazza mettendo in chiaro con lei che però era molto legato a me e non avrebbe per niente al mondo voluto rinunciare alla nostra amicizia. Dal canto mio ho iniziato a provare gelosia e questo loro rapporto mi infastidiva. Un giorno ho deciso di dirglielo e in quel momento ho iniziato a provare una tensione fra noi e un'attrazione mai (ma proprio mai) provata prima. Questa cosa l'ha provata sicuramente anche lui perché in quell'istante ci siamo baciati per la prima volta e da lì, piano piano, lui ha lasciato la ragazza che frequentava e abbiamo iniziato a vederci non più solo come amici. Un po' alla volta abbiamo cercato di capire cosa ci fosse finché, un po' nell'incertezza, non abbiamo deciso di metterci insieme.

Tra poco saranno 10 anni di vita trascorsa l'uno accanto all'altro, durante i quali abbiamo deciso quasi subito di vivere insieme (cosa voluta soprattutto da me che mi sentivo insofferente per la situazione pesante che vivevo in casa con i miei genitori).

Quattro anni fa abbiamo passato un'altra crisi pesante dovuta al fatto che non mi sentivo più sicura dei miei sentimenti. Mi sono rivolta ad una psicologa che mi ha fatto riflettere sui nostri punti di forza e dalla terapia, ho deciso di rimanere con lui.

Nel tempo ho sempre avuto una vocina interiore che non mi faceva vivere appieno la storia. Le domande che mi ponevo e che oggi sono uscite inesorabili e crudeli alla luce sono: e se avessi scambiato tutto questo per amore mentre in realtà si tratta solo di amicizia? perché alcune cose non sono naturali con lui? e se lasciandolo buttassi via tante cose belle passate insieme e me ne pentissi? e se non riuscissi a vedere veramente quello che abbiamo perché magari ci sono altre cose che nella mia vita non mi piacciono e mi assorbono completamente? e se avessi solo paura di lasciarlo?

Insomma un sacco di dubbi che mi stanno logorando, mi succhiano energie, notti insonni e non mi danno la possibilità di andare avanti. Mi sento terribilmente ferma e ho paura di fare passi importanti come avere un figlio.

C'è una parte della nostra coppia che per me è molto importante e che non funziona: il sesso. Con lui non mi sento più attraente, femminile, una donna. Non sento più quella carica sessuale che sentivo tanti anni fa ormai, quella bramosità di avere il corpo dell'altro, di sentirmi libera di esprimermi e di provare piacere. Tutte queste cose non le provo più e ogni volta l'atto sessuale e un po' uno sforzo che la maggior parte delle volte si tramuta in piacere grazie alla fantasia della mia mente che mi porta altrove.

Ho paura, ho paura di lasciare andare tutto quello che ho che mi rendo conto essere tanto: il nostro rapporto è fatto di comunicazione, di rispetto, di impegno, di un bene immenso, di vita passata insieme, tante cose belle fatte e la voglia ancora di passare del tempo insieme. Ma ho ancora più paura di passare il tempo con i miei dubbi, di non andare avanti nella mia vita perché mi sento sempre bloccata, ho paura del futuro e di non trovare una soluzione a questo groviglio di pensieri.

Scusatemi tanto, sono stata prolissa e forse non mi risponderete, ma è già stato interessante poter scrivere.

Vi ringrazio per il tempo speso per leggermi e per la possibilità che date alle persone di aprirsi.


Un caro saluto

S.





Cara S.,

spesso la confusione arriva nel momento in cui proviamo a trovare una soluzione incastrando più ambiti della nostra vita; a volte può succedere che non si riesca a comprendere ciò che sta accadendo poiché passiamo il tempo a trovare dei possibili collegamenti tra i nostri grandi temi esistenziali, senza pensare che la “soluzione” in alcuni casi potrebbe essere quella di separare momentaneamente e non collegare a tutti i costi i propri dubbi. Sicuramente i grandi temi della nostra vita sono in qualche modo legati e possono avere una matrice comune, ciò non toglie che è più funzionale provare ad affrontarli uno alla volta, per poi provare a comprendere in un secondo momento se esiste effettivamente una relazione tra di essi. Come in un puzzle, per poter creare l’immagine finale bisogna inizialmente osservare bene ogni singolo pezzo, capire quale sia il lato giusto, dove si incastra, e così via. Non conosciamo bene nel dettaglio la tua storia e sicuramente ciò che ci racconti è frutto di lunghi ragionamenti fatti nel tempo, tuttavia la nostra impressione è come se ci fosse da parte tua un bisogno a tutti i costi di trovare un’unica soluzione collegata ad un unico problema.


Dalle tue parole, ciò che ci arriva è che ci sono tre temi importanti: la dinamica rispetto al diventare madre, i dubbi e le insicurezze in merito alla tua relazione e le riflessioni più esistenziali relative alle scelte di vita.

Riferisci che da sempre senti l’essere madre come un’imposizione dell’ambiente sociale e familiare che ti circonda, a tal punto che nel tempo hai sviluppato un’opposizione nell’affrontare l’argomento. Ci riporti l’episodio della tua amica dove fingi di essere felice per lei mentre dentro di te senti la potenza di questa comunicazione: cosa rispetto a questa notizia è stata per te una “bomba in faccia” a tal punto da doverla mascherare con una finta felicità? Quale pensiero interno meno conscio può aver risvegliato questa notizia? Cos’è che ti ha colpito così tanto a tal punto da sentire il respiro che viene meno?

In ogni relazione arriva il momento in cui affrontare l’argomento figli diventa inevitabile. È comune che possano nascere dei dubbi, delle incertezze o che possano emergere pareri e visioni discordanti, soprattutto se l’argomento è involontariamente stato evitato da tempo. Potrebbe essere che la notizia della tua amica ti abbia indirettamente portato a pensare che probabilmente anche per te è giunto il momento di fare delle scelte, a tal punto che la notizia ti abbia “tolto il respiro”? Come giustamente sottolinei, il diventare genitore non è un obbligo e non dovrebbe far percepire la persona incompleta e meno “donna” in caso si decidesse che non è tra le proprie priorità del momento.


Quando parli del tuo compagno con il quale sei insieme da 10 anni, affermi che nel tempo hai sempre avuto una vocina che non ti permetteva di vivere la relazione con tutte le sue potenzialità, eppure da quello che ci scrivi sembra che tu abbia sempre provato a farla funzionare, probabilmente per le ragioni positive che riporti verso la fine della lettera; siamo assolutamente d’accordo sul non tralasciare questi aspetti positivi, senza però per questo negare ciò che senti disfunzionale. Cosa ti dà il tuo compagno? A che bisogni risponde? Allo stesso tempo, cosa senti che manca nella sfera emotiva? Cosa può aver influenzato il venir meno della tua attrazione fisica nei suoi confronti? Quelle che definisci come mancanze sono aspetti dei quali saresti disposta a fare a meno o a scendere a compromessi pur di preservare la relazione?


Probabilmente un punto importante dal quale si può partire è la parte finale della tua lettera, dove affermi di aver paura di rimanere bloccata a causa di questo “groviglio di pensieri”, ed è proprio a questo groviglio che facevamo riferimento all’inizio. Il provare a far combaciare tutto a ogni costo può averti portato a intrecciare i vari aspetti della tua vita dandoti la percezione che siano annodati sempre di più. Focalizzati su un pensiero alla volta, prova a tenere a bada la paura del tempo che passa, tenendo un occhio aperto all’oggi per comprendere con sincerità i tuoi bisogni reali, accettando ciò che fino a questo momento hai realizzato e le strade che hai intrapreso, perdonandoti i limiti per ciò che senti di aver perso in termini di tempo. Parla prima con te stessa, e dopo anche con il tuo compagno.


Ti mandiamo un caro saluto.


Dott.ssa Cavalieri, Dott. Orelj

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